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Che cosa rende il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise
un habitat così speciale?

SCOPRILO CON GOLIA E LIFEGATE

Golia aiuta a dare
respiro al pianeta

Il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise (PNALM), uno dei polmoni verdi d’Italia, è un luogo tanto meraviglioso quanto delicato. Con i cambiamenti climatici in atto l’azione di conservazione diventa ancora più importante. Il Parco ospita la gran parte della popolazione di orso bruno marsicano, una sottospecie unica, rimasta isolata in epoca storica.

Golia e LifeGate contribuiscono alla tutela di una porzione di parco utilizzando tecniche di gestione e recupero del patrimonio forestale.

Anche quest’anno Golia aiuta a dare respiro al pianeta, contribuendo alla tutela del patrimonio forestale del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise insieme a LifeGate.

Con Golia aiuti il parco
a respirare
ancora meglio

Grazie a numerosi interventi mirati al recupero di piante da frutto e di aree prative, oltre alla promozione di attività economiche da parte di operatori locali addetti ad attività tradizionali, LifeGate contribuirà al benessere dell’ecosistema e dell’habitat dell’orso bruno marsicano.

Lo
sapevi
che?

Alcuni siti all’interno delle faggete del Parco, nel 2017, sono diventati Patrimonio dell’Umanità perché sono foreste vetuste? All’interno di questi siti si trovano faggi di 560 anni. I più antichi d’Europa.
Il parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise è un ottimo territorio per il birdwatching: all’interno della riserva sono presenti ben 230 specie di uccelli diversi, compresa l’aquila reale che ha scelto il parco nazionale come territorio per la nidificazione.

All’interno del Parco è possibile dormire in un albergo diffuso, che si trova nel borgo medievale di Picinisco, nella Val Comino.

Secoli fa, a differenza dei lupi, gli orsi non erano odiati dai pastori poiché non li consideravano dei predatori sanguinari. Si racconta che un tempo i pastori portassero nella bisaccia un pezzo di pane da donare agli orsi. Da quest’usanza deriva il dolce “Pan dell’Orso” tipico di Scanno, paese in provincia de L’Aquila.

Nel Parco, tra il 1957 e il 1967, furono tagliate oltre 650.000 piante d’alto fusto.

Dal 1969, con la riorganizzazione dell’Ente, sono stati vietati tutti i tagli a uso industriale, stroncando così una vera e propria speculazione boschiva.

Il Parco è la casa di circa 400 specie di funghi presenti su tutto il suo territorio. Tra le tantissime specie troviamo i funghi a mensola (Fomes fomentarius) che colonizzano i tronchi dei faggi, e molte specie commestibili come il prataiolo (Agaricus campestris), i porcini (Boletus edulis), i chiodini (Armillaria mellea), la vescia (Lycoperdon perlatum), i galletti (Cantherellus cibarius).

Il Parco ospita una grande varietà di animali che un tempo occupavano un’area molto più estesa nell’Appennino: 67 specie di mammiferi, 230 di uccelli, 14 di rettili, 12 di anfibi, 15 di pesci, e 4.764 specie di insetti.

Alcuni siti all’interno delle faggete del Parco, nel 2017, sono diventati Patrimonio dell’Umanità perché sono foreste vetuste? All’interno di questi siti si trovano faggi di 560 anni. I più antichi d’Europa.